25 novembre 2011

Sulla comunicazione umana (Parte II)

Salve crani gremiti di vomito, so che pendete dalle mie labbra in attesa del prosieguo dell’ultimo intervento.
Come ogni sequel che si rispetti c’è però bisogno (anche no) di un breve flashback introduttivo e n
onostante il fatto che leggere “Uno, nessuno e centomila” renda, in alcuni momenti, le mie palle gonfie come il pallone aerostatico di una mongolfiera, devo ammettere che quel pelatone di Pirandello è perfettamente in grado di assolvere a tale funzione, sintetizzando per voi bavosi arrapati un intero intervento in così poche e semplici parole:

“Che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.”

E’ sconcertate notare come in tre righe, l’uomo il cui nome fa rima con “pisello”, è stato in grado di rendere palese un concetto che io ho esplicato con la stessa capacità argomentativa di un trepiedi divorato dai tarli…ma queste sono solo sottigliezze, piccoli annusascorreggie a schizzo.
Per una forzata associazione, tutto questo mi ha riportato alla mente quanto sia vile l’animo umano.
Suppongo anche voi vi siate relazionati almeno una volta nella vita con dei “succhiacazzi di Satana” (citazione elitaria)...oh no, non fraintendetemi, questo non è un post contro gli avvocati…

Pensavo più in generale a quella parte della popolazione che per accrescere il proprio ego o per confermare l’altissima quanto mai più immeritata opinione hanno di sé, tendono a conversare con gli altri facendo di una dialettica degenerata il proprio stile argomentativo. Insomma, pur di avere ragione o persuadere gli altri della propria posizione distorcono il significato delle parole, manipolano i concetti espressi o fanno uso di altri mezzucci tale che un sofista d’altri tempi metterebbe, contemplante e remissivo, il proprio culo al servizio di questa persona, ai miei occhi meglio designabile come una pustola purulenta.
Certo, non sempre codesto atteggiamento è messo in atto con tale disonestà, ma questo non cambia di molto la situazione.
Il guaio del malcapitato di turno è che pur avendo oggettivamente ragione, potrebbe uscire sconfitto dalla diatriba, rendendosi conto solo a battaglia finita, da buon coglione, quanta giustezza avessero le proprie argomentazioni…così che quello che resta è solo un irrefrenabile desiderio di chiavarsi a capate nel culo.
La mia sfiducia nelle vostre capacità intellettive e nelle mie esplicative, mi porta a terminare questo post con un’altra citazione riassuntiva…nella speranza che voi, pustole o coglioni, riusciate a cogliere più adeguatamente il senso di questo intervento:

“Non c’è cosa più meschina del non volersi arrendere alla semplice ragione, insistendo lì dove una parola fornisce un appiglio.”

03 novembre 2011

Sulla comunicazione umana (Parte I)


Tra una grattata di chiappe e un'altra, intermezzate da qualche loffetta micidiale, stavo pensando che uno strano senso di solitudine mi accompagna fin dalla più tenera età.
Parallelamente a quando fantasticavo di essere un giocattolino nelle mani di un bambino o un bruco all'interno di una mela e tentavo di autoconvincermi dell'esistenza di dio, tendevo a raffigurarmi l'uomo come un derelitto solitario.
Un piccolo essere enigmatico. Per dirlo con le vostre patetiche parole "un universo a sé" e imperscrutabile, tale da iniziare ad avvertire per conseguenza una certa sfiducia nelle reali capacità comunicative del linguaggio umano.
Con questo non intendo riferirmi solo alla natura risaputamente ambigua delle parole.
Ai miei occhi appare abbastanza chiaro e scontato che nessuno di noi parla la stessa lingua.
Se proferisco la parola “merda” in un dato contesto non potrete mai comprendere totalmente il significato che essa ha, essendo parte del suo contenuto caricato del senso che io stessa gli conferisco a seguito delle mie esperienza di vita…significato che alcun vocabolario sarà in grado di fornirvi. Per cui è fuori da ogni dubbio che la mia “merda” o quella di Guglielmina, Rosalino, Filomena da Trepalle, per quanto similare, sarà diversa dalla “merda” di qualsiasi altra persona. 
Analogamente, quando sentirò proferire la parola “merda” la riempirò del significato mio proprio…tale da falsare, seppur in minima parte, il senso di quello che ho ascoltato.
Se anche volessimo e suppongo lo vorremmo tutti, la comprensione tra di noi, di ogni altrui discorso, non può che essere parziale e perciò (relativamente) superficiale.
Oh teneri cacamerda, non temete, la distanza che intercorre tra voi e il vostro puccissimo principe azzurro o la vostra divinizzata amichetta del cuore, non è poi così profonda come appare da queste parole…ma
chi di voi non si è sentito solo, non capito, almeno una volta nella vita? Bene, ora sapete a cosa imputare la colpa…a parte attribuirla eventualmente a quelle teste di cazzo da cui uno può essere circondato, intendo.
Tale equivocità, ad ogni modo, per me concerne anche i fatti, per cui provo a star lontana tanto dal leccare automaticamente il buco del culo di una persona solo perché ha commesso un’azione apprezzabile, tanto dall'infierire con sputi venefici solo perché ne ha commesso una biasimabile…avendo per me enorme importanza (certo però non decisiva -con le dovute eccezioni-) l’intenzione che sottende l’azione.
Tutto questo discorso mal espresso ne apre automaticamente un altro che, pur smorzando indegnamente tale post, rimando a tempi futuri per non sovraccaricare troppo i vostri neuroni…o semplicemente perché ora ho voglia di farmi un ditalino. 

20 ottobre 2011

Discorsi encomiabili

Bla bla bla.
Bla blabla bla ble blablà bla bla blablobla bla bla, blablé bla bla.
Bla bla bla bla blaboh bla bla...blahahaha...bla bla bli. Bla bla bla blablabla; blabla bla bla ble bli bla.
Blabeh bla bla blù bla bla blabla.
Bla bla blabla bla bla bla bla bla blabla bla blablabla blabla bla bla bla bla bla. Bla.
Bla bla bliblublo bla bla bla, bla blablà blablà bla bla bla.
Hhhhh...bla bla bla. Bla bla bla blablabla bla bla bleblibla bloblublo bla bla. Blablabla bla bla bla bla bla blabla bla bla blabla bla blablabla bla bla bla. Blabla bla bla bla bla bla blablablablablabla bla bla bla...blablà blè bla, blè blè blo bla bla bla. Bleblabla bla blo blablable blebliblo bla bla blabla blà bla.
Blah bla bla.
Blaaa?!?

*zx@xw#!!!*


Blblblblblblblblblblblblblblblblbblblàblàblàblàblàblàblàblàblàblàblàblàblàblblblblblblblblblblblblblàblàblàblàblàblàblàblàblàblàblàblàblà!!!!!!!!!
BLA.

*Ptuh*

12 ottobre 2011

Inculate educative

Se come vostro solito siete giunti su questo blog cercando "troietta arrapata inculata sul balcone", sappiate che per il momento gli unici ad essere stati inculati siete voi.
Conoscendo le appaganti capacità prostatiche, suppongo che il solo immaginare di essere inchiappettati vi faccia godere come ricci, quindi questa volta invece di riprendere la vostra smaniosa ricerca di spagnole, cumshot e gangbang, fantasticando su una realtà parallela dove la vostra ragazza (davvero) femminista vi spompina come dio comanda, potreste continuare nel meraviglioso mondo delle inculate platoniche facendovi un giro per questo blog...risollevando in siffatto modo le sorti di questo posto.

Essendo in ambito di chiavate rettali, il mio pensiero è stato simultaneamente rivolto alla mia esperienza universitaria ancora in atto.
In più di una circostanza avrei voluto cospargere di vomito fecale il volto di quelle persone che mettono in atto quei cattivi finanziamenti in parte causa della profonda disorganizzazione del mio ateneo; arroventare il pisello di quell'inefficiente classe di incompetenti che espletano il proprio lavoro in segreteria; sparare un siluro nel culo di un numero troppo ragguardevole di docenti che con oggettivo ritardo rendono note le sedute d'esame o le modifiche apportate ai programmi...così che, esplodendo, boriosi chili di merda si sollevassero in aria e invadessero concretamente un'università dispersiva e mal funzionante.
Nonostante i miei comprensivi motivi di rancore, devo dire però che sono anche stata molto fiera della mia università.
L'atmosfera che pervade il mio ateneo ho sempre pensato non si trovasse da nessun'altra parte. I valori, lo spirito combattivo, l'ineludibile comunanza che si stabilisce ad ogni seduta d'esame, corso o semplicemente mentre si sosta nel cesso per pisciare...tale da diventare addirittura un problema se si decide di fare un pompino al proprio fidanzato.
Finché non mi sono resa conto che, escludendo l'ultimo punto menzionato, l'aria che si respira non è nient'altro che etere pregna di particelle invisibili di sciorda esalate dalle fondamenta.
Un Collettivo di "studenti e studentesse" meglio raffigurabile come un bordello di cazzetti appesi e fighe frigide, atto solo ad organizzare delle orgiette fallimentari ed assemblee per ogni minima cazzata, all'interno delle quali un gruppetto di coglioni eletti pompano il proprio ego leccandosi le palle a vicenda ed escludendo qualsiasi iniziativa, per quanto valida, vada ad eclissare quelle che sono le loro miserabili personalità.
Un chiacchierare sterile ed improduttivo su questioni nazionali, associato ad un totale disinteresse per la pessima condizione in cui versa la nostra università.
Definirei quest'ultima come un caotico puttanaio dove c'è gente che ama lisciare i peli dell'ano ad altra gente, con assistenti che dimostrano quanto cultura ed intelligenza/maturità non sempre vanno di pari passo e con uno strascico di leccaculo la cui unica ambizione è quella di sciacquarsi la bocca con la merda dei sopramenzionati.
Constatando tragicamente si tratti di un ritrovo per marxisti che hanno interpretato le teorie di Marx in modo diametralmente opposto, è evidente che tale gente sopravvaluta se stessa nel medesimo modo in cui Cicciolina sopravvalutò la propria figa facendosela sfondare da uno stallone in calore.
Concludendo quindi, la mia fortuna è stata quella di non aver vissuto mai a pieno l'università riuscendo a cogliere per anni solo gli aspetti più positivi che hanno contribuito alla mia formazione come persona...ma alla stregua di un cesso fuori uso da tempo, doveva arrivare il momento in cui la merda sarebbe salita penosamente a galla.

06 ottobre 2011

Morte e metempsicosi

Nel parco in cui abito ci sono quattro palazzi l'uno di fronte all'altro, non troppo vicini ma neanche troppo lontani. E' in parte per questo motivo che circa venti anni fa, mi persuadevo ci fossero tutte le condizioni perché io potessi raggiungere l'appartamento del bambino che mi piaceva.
Nulla di eccezionale in questo, non fosse che ero convinta di riuscirci saltando dal balcone di casa mia e nuotando nell'aria con lo stile di un carlino.
Sapevo che mio padre si sarebbe dimenato alla stregua di un porco semisgozzato se l'avessi fatto, così quando dormiva a culo aperto negli afosi pomeriggi estivi, ne approfittavo per uscire fuori al terrazzo e valutare la strategia da adottare.
Non ho mai messo in pratica le mie teorie e questo per pura pigrizia.
L'unico momento della giornata in cui potevo mettere in atto il mio piano, infatti, era lo stesso in cui potevo distendermi comodamente sul letto per godere dei mie cartoni preferiti...così puntualmente desistevo nell'intento, rimandando a tempi migliori.
Potrei dire che i cartoni animati mi hanno salvato la vita.
Nonostante ciò che hanno fatto per me, negli anni ho incominciato ad ignorarli interessandomi ai film.
Prima quelli per bambini, poi i thriller, i porno, gli horror, i porno, i porno e gli altri generi.
L'unica costante in tutta la mia vita sono stati i documentari, in particolar modo quelli riguardanti gli esseri viventi...qualsiasi essi fossero.

Il motivo per cui mi sono sempre piaciuti questo tipo di documentari, non è da ricercare nella possibilità di arricchire la mia misera e polverosa enciclopedia mentale quanto piuttosto nella possibilità di immedesimarmi, per quel paio di ore scarse, negli occasionali protagonisti dei sopramenzionati con tutto il personale appagamento che ne potesse derivare.
Sì facce da culo sguarrato, avete capito bene.
Immedesimarmi in una giraffa, un barbagianni, un efemerottero o una piattola mi rasserena di più di una scopata dopo giorni di astinenza.
Un animale non deve fare nulla di più che procurarsi il cibo, chiavare e dormire. Nelle peggiori delle ipotesi difendersi da un predatore e patire tutt'al più un po' di dolore fisico.
Scontare la pena di essere un animale razionale, mi fa pensare che in una vita precedente io sia stata una sadica zoccolona pluriomicida. Se non fosse che Aileen Carol Wuornos è morta nel 2002 sarei convinta che non sussista alcuna differenza tra il mio spirito e quello che un tempo era il suo.
Se esiste un dio, lo pregherei di non farmi più rivivere un simile supplizio.
Magari potrei rinascere ghepardo, meglio rana dorata ma francamente mi accontenterei di essere anche uno stupido cincillà piuttosto che essere una donna.
Fantasticando su una realtà utopica potrei rinascere gesso, quarzo o avorio ed elideremmo il problema sul nascere.
Se proprio però sono costretta a rinascere come animale razionale, porco dio, quantomeno vorrei rivivere nei panni di un uomo...così che il mio unico pensiero sarebbe in che posizione scoparmi il cane.

23 settembre 2011

Sulla natura umana

Cacare sulla tavoletta del cesso, mi ha fatto capire che quando sono colta da ragadi e stitichezza tutto devo fare fuorché spremermi in posizione eretta, in quanto la suddetta postura potrebbe portarmi ad espellere tutto d'un botto ingenti quantità di merda retroattiva senza riuscire ad indirizzarne il getto.
Come potete notare sono una persona che impara dai propri errori.
Tendo inoltre ad osservare molto e quando non sono impegnata ad annusarmi le chiappe, rifletto su quanto scrutato.
Vedere la buon'anima di Sponky vivere felicemente senza alcuna compagnia perché di natura solitario, ad esempio, mi ha dato modo di meditare sul diverso approccio alla vita dell'essere umano.
Per una misantropa come me è duro ammettere che l'uomo non è fatto per stare da solo, eppure è un dato evidente: questo metro e settanta medio di merda decomposta sente la necessità di far parte di un gruppo, familiarizzare con altrettante pastose cacate e fantasticare su esperienze orgiastiche.
Ciò solleva un'annosa questione: perché l'uomo sente questa esigenza?
Francamente non me ne sbatte un emerito cazzo.
Quello che interessa ad una misantropa come me è evidenziare, per ovvie ragioni, la più profonda natura egoistica dello stesso, nonostante voi amiate riempirvi la bocca di parole quali altruismo o generosità, riferendovi a queste con l'accezione corrente.
Per un uomo mediocre tanto è intenso il bisogno di socializzare con gli altri, quanto scontato il disfarsene qualora la loro presenza non risulti più proficua per la propria esistenza.
Per fare un banale esempio, potrebbe capitare che se il benessere di una vostra amica incomincia a non coincidere più con il vostro (sì rincoglionite: vuole trombarsi il ragazzo che vi piace) e la suddetta ben sostiene il peso di un eventuale senso di colpa, non importa quanti anni di esperienza vissuta insieme ci siano alle spalle, perché non ci metterà nulla ad inscenare un'indecente pornografia di sentimenti per mesi e mesi (sì rincoglionite: lusinga il vostro rapporto come se nulla fosse) mentre parallelamente analizza quale possa essere il modo più doloroso per incularvi con lo strap-on comprato al mercatino delle troie diverso tempo prima, per usarlo non appena si fosse presentata l'occasione.

Nel corso della mia vita ho incontrato tante persone di scarso valore, ma non siate frettolosi: questo mi ha reso (come già dovreste sapere) solo molto selettiva nella scelta delle amicizie.
Ciò che nel tempo mi ha portato ad impormi di fare affidamento solo su me stessa è invece l'aver preso consapevolezza (concretamente) che l'uomo, nonostante le migliori intenzioni che in esso possano risiedere, non può snaturarsi e che quindi gli altri possono essere dei punti di riferimento solo relativi.
Con quanto detto, però, non voglio progettare una catapulta di ultima generazione per scaraventare il culone di Platinette sui castelli di sabbia che quotidianamente vi costruite, vorrei solo che un bambino con le tettine annacqui il risultato della vostra idiozia con qualche pisciatina giornaliera...nel tentativo di farvi abituare all'idea che molto probabilmente quelli che credete essere dei saldi rapporti di amicizia o d'amore, hanno in realtà la stabilità di una riproduzione del David di Michelangelo fatta con la merda sciacquarella.
Ad ogni modo pur essendo vero che in generale ho più fede in dio che ne rapporti umani, potrà SEMBRARE paradossale ma credo anche che la concomitanza non casuale di diversi fattori (troppi per voi cervelli ammuffiti già di base non all'altezza di uno solo di quei fattori) e un po' di fortuna, diano la possibilità in (più uniche che) rare circostanze di stabilire relazioni dove si hanno tutte le carte in regola per afferrare per le palle il poc'anzi citato Ciccio Bastardo in erba ed affogarlo in quello che si mostra essere nulla di più che un innocuo, oserei dire decorativo, laghetto di pisciazza stantia.

29 agosto 2011

False aspettative e probabili futuri

Sapete, quando ero ancora una casta bimbetta di quattro/cinque anni ricordo che amavo scorrazzare gioiosa nel prato di casa con arco e frecce in spalla cantando "urka urka tirulero oggi splende il sol", tentando di vincere il primato di scimmia più abile nell'arrampicata e catturando lucertole che facevo ingozzare con insetti di ogni tipo.
Quasi contemporaneamente, incominciai a fare scorta di stuzzicadenti che ponevo tra le mie labbra ancora illibate per ripetere sprezzante, a chiunque incontrassi lungo il mio tragitto "lo vedi questo stecchino? Io te lo infilo nelle palle e ci faccio uno spiedino...che schifo!".
Questa cosa non rese particolarmente orgoglioso mio padre, il quale per darmi una lezione mi costrinse a guardarlo mentre si trafiggeva lo scroto con uno stuzzicadenti un po' troppo acuminato.
Fu allora che decisi di far diventare quella che era una semplice emulazione, una vera e propria mania.
Dopo qualche anno iniziai a sognare di diventare un'astronauta, perché desideravo essere inghiottita da un buco nero fantasticando su realtà parallele dalle quali non sarei più potuta tornare indietro e meditando sul senso della vita, a tal punto da comprendere solo ora come conoscessi molte più teorie filosofiche all'età di dieci anni che ora.
Con il tempo ho poi scoperto che l'unico buco nero di cui potessi mai avere esperienza sarebbe stato un fetido antro buio ben lontano dall'essere oggetto di studio delle scienze astronomiche.
All'età di tredici anni, scombussolata dagli ormoni, decisi che tempo qualche anno e avrei fatto la puttana per strade poco trafficate.
Iniziai così a contare i giorni che mi separavano dalla mia prima scopata, ma dovetti aspettare diversi anni prima che ciò accadesse, così da ammazzare il tempo temendo di morire zitella e verginella.
Da sempre fantastico di vivere una realtà simile a quella di Wolfenstein o Rambo, tale che se non ci fosse il pisello del mio fidanzato ad onorarmi regolarmente penserei di essere una lesbica finita.
Per ventiquattro anni di vita ho ininterrottamente interloquito e stretto mani a nevrotici e bigotte schizofreniche, esperienza che mi ha reso particolarmente incline allo studio della mente umana...così che se il mio cervello non avesse stabilito di farmi piegare a 90° per farmi schiaffare in culo da me medesima un fallo di improbabili dimensioni, ora starei degustando il momento in cui avrei indossato un lungo camice bianco mentre un odierno Ellenberger sarebbe applicato in un metaforico pompino, speranzoso di gloria riflessa...ma allo stato attuale ho ottime ragioni per credere che finirò a sgravare bambini in una casa malridotta della 167.

29 luglio 2011

Riflessioni

Stando ai miei calcoli, tra un arco di tempo discretamente breve mi starò cospargendo uno sgradevole olio abbronzante sulla pelle, nel tentativo di passare dal pallore imbarazzante che mi contraddistingue ad una carnagione quantomeno olivastra.
Il fatto che sarò costretta in un costume che, basandomi sulla dimensione delle mie chiappe, assumerà le fattezze di un tanga, mi ha dato modo di pensare a quelle sgualdrinelle anoressiche e non, che potendo vomiterebbero anche l'aria viziata che inspirano.
Piccoli cervelli avariati, lasciate che io termini il discorso prima di giungere a conclusioni affrettate.
Potrebbe sembrare che io faccia parte di quella cerchia di stronzetti arroganti che preferiscono guardare dall'alto verso il basso questi barilotti grondanti di dolore, piuttosto che meditare su quanto sia deludente la propria vita.
Non è così, palle disgustosamente sudate.

Indubbio è il mio fastidio per quelle viziatelle vittimiste che esaltano i disturbi alimentari come stili di vita, ingegnandosi in sbalorditivi rigurgiti salivari mentre con la loro Nikon D300S immortalano il proprio culo seminudo con l'intento di contemplarselo in un secondo momento.
In questi casi mi capita di immaginare che sarebbe mentalmente rilassante usare il capo di queste ultime al pari di uno sturacessi economico, così che queste siano destinate ad affogare nella loro stessa merda putrescente.
A differenza dei tanti tarati mentali che popolano questo mondo, però, vedo una netta differenza tra codeste e quelle che invece hanno effettivamente quel cazzo di problema, bramando che le cose cambino e/o lavorandoci su allo scopo di uscirne.
In quest'ultimo caso, infatti, sono ben restia dal puntare il dito contro, presumibilmente perché non amo defecare sulla sofferenza delle persone.
Certo, se credete che dietro il comportamento delle summenzionate si celi il semplice desiderio di apparire delle gnoccone da scopare, non posso far altro che biasimare il vostro cervello sottosviluppato ed immaginare i possibili e senz'altro più fruttuosi impieghi della vostra scatola cranica.
Se invece credete sia una reazione a quelli che sono traumi passati e dolori presenti, state incominciando ad usare un po' del vostro buon senso...ora dobbiamo solo elidere la parte in cui vi sentite migliori.
A tal proposito, a meno che mammina non vi abbia fatto campare in una campana di vetro per tutti questi anni o che non abbiate una raccomandazione dai piani alti, anche voi dovreste aver subito qualche shock...che so, scoprire che ha visto più cazzi il culo di vostro padre che la vagina di Jenna Jameson, scorgere vostra sorella di 120 kg mentre si sta facendo una sgroppata con un cetriolino o capire che non vi mettete il pisello tra le cosce solo per testare quanta distanza sussiste tra lo stesso e il vostro orifizio anale.
Nonostante tutti gli sforzi riposti nell'affrontare quelli che sono dei traumi più o meno gravi, tale da dare a voi stessi un'immagine della vostra persona inverosimilmente stimabile, sappiate che questi continueranno ad influenzare la vostra esistenza in maniera subdola e latente.
...Ed è così che nascono gli scassacazzi che si lagnano per le più futili puttanate, le mignotte esuberanti, quelli che fanno della provocazione un mezzo di comunicazione, chi sente il bisogno di metterlo sempre in culo a qualcuno, chi predilige scopare con i sessantenni piuttosto che con i coetanei, i gelosi opprimenti, gli ansiosi tormentati, chi non riesce a stare da solo e chi invece crede di non aver bisogno di nessuno al proprio fianco, ecco che prendono forma le più svariate perversioni sessuali...
Insomma, quello che voglio dire cari i miei giudici altezzosi, è che secondo il mio modestissimo parere non esistono persone sane e se voi credete di essere un'eccezione siete solo dei cazzo di presuntuosetti disturbati.
Nell'attesa che lo spirito evocato di qualche falsificazionista mi pisci in testa, vorrei che voi mi concedesse (qualora non foste d'accordo con me) quantomeno di affermare che tra normalità e anormalità sussiste una differenza alquanto soggettiva nonchè una linea di demarcazione troppo sottile, tale che personalmente, a meno che lo psicopatico di turno non lede la mia persona (anche potenzialmente), sto imparando a cacarmi in bocca ogni qual volta commetto l'errore di esprimere superficiali giudizi su quelle che sono le debolezze altrui e i comportamenti rivelatori delle stesse, rendendomi conto come io stessa, in quanto a sanità mentale, lascio molto a desiderare.

13 luglio 2011

Sull'approfondimento del concetto "peripatetica"

Arrivati a questo punto della nostra conoscenza penso sia legittimo offrirvi un'immagine concreta della mia persona. Dare un volto, un culo e delle zizze a Qualcuno, così da ridurre la distanza che intercorre tra me e voi.
Ringraziando sarcasticamente il vostro sopravvalutato dio, però, l'esistenza di così tante mignotte alla ricerca di banali attenzioni maschili, mi ha simultaneamente portato alla conclusione che il massimo che si possa aspettare da me è una foto della mia narice sinistra non ancora ripulita.
Mi spiego meglio, lorde femminucce.
Già vi ho parlato di cosa io intenda con il termine "peripatetica" e scendendo un po' più nel particolare, dovete sapere che tra una bagascia apertamente smaliziata e una sputtanatroie solo apparentemente lontana da quei biechi e indignitosi (per la propria persona, s'intende) modi di fare, credo preferirei relazionarmi più con la prima che con la seconda.
Di frequente purtroppo, mi sono ritrovata a provare un'iniziale simpatia per donne che si proclamavano al di fuori di questo sistema, ma di fatto desideravano tacitamente catalizzare le attenzioni su di sé e, una volta riuscite nell'intento, godevano alla stregua di una viziosa porcellona che viene inculata dal cazzone nerboruto di un nano negro.
Suppongo che a farmi detestare maggiormente l'ultima categoria di donne descritta, sia il modo in cui tentano di convincere se stesse e gli altri di essere diverse da qualche succhiacazzi megalomane di loro conoscenza, (auto)ponendosi su un livello morale superiore.
Detto con sincerità, comunque, non riesco ad essere perfettamente consapevole dei motivi di una simile condotta, pur valutando l'innato esibizionismo e la naturale vanità presente in tutti.
Paradossalmente infatti, nonostante la mia indiscutibile misoginia, sono fin troppo solidale con il genere femminile a tal punto che preferirei ficcarmi una torcia rovente su per il culo, piuttosto che richiamare gli sguardi del fidanzato superficialotto di turno; e nonostante le mie insicurezze, sapere di essere osservata in maniera eventualmente libidinosa, mi infastidisce a tal punto da desiderare che il suino in questione si attorcigli lo scroto cascante attorno al collo taurino che si ritrova, fino a che non esali l'ultimo maleodorante respiro.
Necessaria precisazione è che a farmi cadere le palle per terra non sono le innocenti carinerie, purtroppo però vivo in un paese dove spesso e non volentieri non ci si può aspettare nulla di più di allupate attenzioni...anche nel caso di cessi ambulanti come me.
Per concludere, quindi, ho notato che di baldraccone velate ne è piena anche la rete e poco mi garba il pensiero di far parte, anche se alla lontana, di questa mischia di scimmie urlatrici divise tra quelle che postano foto accuratamente meditate per apparire più porche e fighe che nella realtà e quelle che alludono nei propri interventi, con finta autoironia e mediocre intelligenza, a quanto siano delle sensuali femme fatale o delle zizzone dal culo a mandolino.
Preferisco perciò che voi mi immaginiate come un tappo baffuto di 148 cm per 97 kg di lardo grondante...che effettivamente, escludendo la peluria in eccesso, è quello che sono.

30 giugno 2011

Senza arte né parte

Oh, su facce di merda...non fate i sostenuti.
Lo sappiamo tutti che dal mio ritorno vi comportate come degli sfigatelli dopo la prima scopata.
Ingordi di interventi vi dirigete quotidianamente in questo blog nella speranza che io abbia aggiornato, così come un pivellino alle prime armi si dirige con le palle rigonfie d'amore dalla fidanzatina, sperando di ricevere un pompino senza doverci più rimettere la tirata paghetta settimanale.
...C R I S T O  S A N T O! Avete ragione, ma come cazzo mi vengono in mente certe cose?
Un adolescente arrapato che pur di rimediare una figa, va a puttane? Follia pura!
Pensandoci bene, mi risulta estremamente difficoltoso immaginare un uomo che solo per soddisfare la propria libido sessuale, inculerebbe una donna disperata e periodicamente malmenata che recita la parte della mignotta a cui piace leccare le palle degli sconosciuti.
Insomma, chi incentiverebbe un angosciante traffico di vagine depresse solo per una chiavata?
Incomincio a chiedermi come sia possibile l'esistenza della prostituzione.
A questo punto sarebbe stato più realistico fantasticare su inconcludenti tentativi giovanili di autofellatio...

...

...

...

Ok, seriamente stronzetti...lo sappiamo quanto siete sfigati, ma se preferite possiamo continuare a prenderci per il culo.

Beh, a quanto pare oggi è il vostro giorno fortunato poppanti pisciasotto, il rumore assordante proveniente dalla casa di fronte mi costringe a desistere dal darvi ulteriori attenzioni oltre il misandrico incipit di poc'anzi.
Quella palla di lardo della mia vicina di casa ha appena iniziato a suonare il pianoforte, con la stessa grazia con cui un elefante raschia il proprio culo sulla squamosa corteccia di un albero, dopo giorni di cacarella infiammante.
Stando al quoziente intellettivo della maiala ho buone ragioni per credere che da piccola, presa dalla smania di ingozzarsi, si sia ficcata, famelica, una patatina fritta su per il naso e che questa abbia irrimediabilmente intaccato il suo cervello già malformato.
Scusate, anche io credo che non ci sia nulla di più squallido di un insulto sul fisico, ma sapete il fatto che un roito dalle capacità intellettive di una mosca morta abbia trascorso l'infanzia denigrando persone a me care, mi fa perdere parte della mia razionalità.
Procedendo dunque, ascoltare il modo in cui riesca a storpiare una sinfonia di Beethoven o un valzer di Chopin, mi riporta inevitabilmente alla mia adolescenza perduta.
Oh no, con questo non voglio attribuire al suo modo di suonare blasfemo, una positiva magia rievocatrice.
La porca incompetente affligge da dieci anni a questa parte gli animi di tutti i condomini, eseguendo con eccedente frequenza, sempre le stesse opere.
La qual cosa non dovrebbe suscitare particolare imbarazzo se eseguisse le summenzionate con quella perfetta maestria, conseguente di uno studio ostinato e, nella fattispecie, decennale.
Questo accumulo di grasso saturo che, inoltre, riduce in maniera del tutto arbitraria e drastica il numero di battute da suonare, commette con una morbosità surreale gli errori di sempre, a tal punto che sono perfettamente in grado di anticiparne gli arresti improvvisi, le inesattezze e la pressione eccessiva sui tasti per dare sfogo alla rabbia causata dalla propria incapacità.
Credevo che urlarle contro "M'staj stunann 'e recchj!" potesse servire a qualcosa, ma forse una cacata in culo a ritmo di Allegretto sarà più eloquente di qualsiasi altra parola.

20 giugno 2011

Quando lo studio fotte il cervello

Lo so...lo so...siete arrabbiati con me per la mia prolungata assenza e credete che il modo migliore di farmelo capire, sia boicottare apparentemente questo blog.
Ora però mammina è tornata e ha bisogno di un caloroso benvenuto, quindi venite a leccarle il culo come dio comanda.

L'altro giorno stavo pensando ai tempi del liceo.
Passare l'adolescenza tra vecchie bigotte e troiette dalle chiappe strette, è stato decisamente più seccante di un prolasso anale post inculata.
A quell'età due sono le strade che presumibilmente avrei potuto prendere: o diventare una puttanella conformista con la puzza sotto il naso, o incominciare a provare repulsione per qualsiasi persona ricordi la chiusura mentale tipica di quell'ambiente. Capirete, quindi, che se la suddetta persona è anche conservatrice, la voglia di pisciarle addosso dovrebbe aumentare esponenzialmente.
Ora...se io fossi una puttanella conformista con la puzza sotto il naso, starei qui ad informarvi della sinfonia di scorregge che mio padre mi ha costretto ad ascoltare per tutta la notte?
Direi di no, finocchietti repressi.
Questo non deve di certo farvi credere che io sia un'impavida ribelle che lotta quotidianamente per le proprie scelte, contro una famiglia tradizionalista vittima di una società ipocritamente benpensante.
La battaglia più interessante che io abbia mai portato avanti, è stata quella di bandire mio fratello dalla mia stanza, per evitare che il tanfo delle sue ascelle mandasse in cancrena l'olfatto di Sponky, il criceto che ho trovato nel culo del mio fidanzato qualche annetto fa.
NdR: battaglia orgogliosamente vinta.
...Ma ritornando al nocciolo della questione, quei cinque anni hanno sancito l'inesorabile inizio della mia misantropia.
Non essendo più costretta in ambienti che non mi confanno, potreste pensare che io abbia riacquistato giustamente fiducia in quell'ammasso informe che voi chiamate "essere umano".
Le cose non stanno così, lardosi dal cazzo più piccolo di un clitoride.
Ai tempi in cui non sapevo dell'esistenza di YouPorn ed ero costretta ad accontentarmi dei discutibili filmini porno scaricati sul pc di mio fratello, potevo giustificare la presenza di cotanta demenza sulla base del luogo in cui passavo buona parte della mia giornata, risaputo centro nevralgico di fascistoni e ciuccacazzi "tutte casa e chiesa".
Fantasticavo quindi su una realtà esterna, profondamente diversa ed illuminata.
Mi sbagliavo, e voi disturbati mentali ne siete la conferma.
Questo negli anni mi ha reso estremamente selettiva nella scelta delle persone con cui intrattenere rapporti di amicizia e/o altro.
Evidentemente però quando mio fratello, raggirandomi astutamente, mi scorreggiò in faccia all'età di cinque anni, dovette recarmi dei danni celebrali molto più importanti di quello che ho sempre creduto. Nonostante i miei esigenti criteri di valutazione infatti, dopo un tot di tempo di esperienza vissuta a contatto con quello che potremmo definire un "eletto", nell'80% dei casi il suddetto rivela di avere il culo al posto del capo e stronzi fulminanti al posto di sinapsi...così che ben potete comprendere il motivo per cui, ogni qual volta ascolto la frase deandriana "ha il cuore troppo vicino al buco del culo", il mio pensiero viene immediatamente rivolto a queste persone.
Conclusione e nucleo di questo intervento è che da discreto tempo a questa parte, ho consapevolmente accettato quelle persone che credevo essere dei modelli positivi, sfruttandone efficacemente tutta la reale negatività.
Ascoltando le palle di merda esplicate da queste capre presuntuosamente inconsapevoli e osservando il loro risibile comportamento, infatti, ho capito di potermi offrire un ulteriore mezzo di valutazione per realizzare come non voglio diventare ed eventualmente, per riconoscere ed estirpare i difetti in comune con codeste persone.

01 maggio 2011

Il titolo di questo post è "Titolo"

Se c'è una cosa che mi caca il cazzo più di voi, sono le introduzioni.
Quando al liceo avevo il tema di italiano passavo le prime due ore lisciandomi le palle, abbuffate dal tentativo di trovare un inizio appropriato.
La stessa cosa mi capita quando devo scrivere un intervento.
L'unica differenza è che ora rendo meno estenuante l'attesa grazie a delle intense scaccolate e, a prodotto levigato e finito, giocando a tiro al bersaglio con il buco del culo di mio fratello.

*Woooo, COLPITO!*

Aah, a chi voglio darla a bere...quel culo è troppo peloso per riuscire a centrarne il fetillo.
Ebbene, miei pirloni scoglionati, a quanto pare è sabato notte e mentre voi camminate per le strade vestiti da frocetti e puttane e i ricchioni mostrato maggiore virilità di voi, io sono qui a grattarmi le chiappe imponendo a quel trippone di mio fratello di depilarsi il culo.
No, vi prego, non saltate dalla sedia perché ho usato termini come "ricchione" o "frocio". Ringraziando il cielo plumbeo di oggi, vedo checche pomiciare dalla mattina alla sera nella mia università; questo mi ha permesso di acquisire una certa apertura mentale, tale che quando vi sento dire "io non ho nulla contro gli omosessuali, li rispetto ma non sono normali" spenderei tutti i soldi di papino per far venire Manuel Uribe direttamente dal Messico e farvi cacare in faccia 100 Kg della sua merda sciacquarella.
Oh scusate, ma sapete non è stata una bella settimana questa.
La mia propensione per il gioco mi ha costretto a relazionarmi con fin troppe teste di cazzo ultimamente.
No stronzi pipponi, purtroppo non frequento bische clandestine confrontandomi con russi senza scrupoli sognando di diventare una pokerista professionista.
Sono solo una sfigatella che ripiega su una versione fasulla di facebook, perché non ha (ancora) le palle di mettere a rischio i soldi veri.
...Cazzo, dovete credermi: lì sopra più vincete più siete ciò che maggiormente si allontana da un buon giocatore.
Woo, woo, woo...calmini minchie afflosciate, non sono approdata a questa convinzione solo perché oggi ho perso i miei ultimi 8 dollari.
Sto parlando di gente che non saprebbe giocare nemmeno se Chris Ferguson si sedesse di fianco per suggerire le mosse vincenti.
Ho visto persone rilanciare senza avere punti in mano con la quasi assoluta certezza che l'altro giocatore avesse una scala o un colore; callare o foldare senza alcuna logica, non capendo che il calcolo delle probabilità non è una mera coglionata; all in preflop in tavoli da nove; all in preflop con le peggiori carte che potessero capitare all'inizio di una mano.
Round vinti facendo semplicemente uso di rilanci alti per far smerdare sotto l'avversario, e una buona dose di mazzo.
Oh certo, ora mi direte che se io fossi una vera giocatrice vincerei ugualmente.
Come cazzo credete che io abbia vinto 200000 dollari mettendolo in culo a tutti quei bastardi che non usano alcuna abilità e degna tecnica nel poker?
No, non l'ho data porca troia.
E' solo che ad un certo punto veder stuprato quello che è un gioco di capacità, calcolo e intuito fa venire voglia di appendere per le palle quel branco di sbarbatelli incompetenti.
La conclusione è stata che quei 200000 dollari li ho buttati nel cesso, pagando i tornei con lo scopo principale di insultare quei giocatori che tali non erano...e cazzo chiappe fetose, quegli americanotti erano davvero permalosi.

22 aprile 2011

L'ottimismo è il fetore della vita

Se io avessi il quoziente intellettivo di una scimmia sordomuta affetta da malattia neurodegenerativa, potrei affermare senza remore di essere una di voi.
Per cominciare, in questo momento non sarei qui a scrivere questo post ma mi troverei in qualche patetico di blog di vostra conoscenza (facce da culo, forse proprio nel vostro), a leccare il flaccido deretano del cacamerda di turno perché colpita dalla fantomatica profondità d'animo mostrata in uno dei tanti interventi; dove si è dato il peggio di sé in un ridicolo sfogo, si è alluso a quanto sia dolorosa la propria vita o si sia banalmente parlato dei sentimenti maiprovatiprima per il partner del momento...che poi verrà fanculizzato non appena si troverà uno con il cazzo più grande o una che sappia spompinare meglio, è un'altra storia.
Come ben potete notare, però, sono nel mio blog a postare questo intervento e non nel vostro a contemplare ciò che scrivete.
Non ci vuole una laurea ad Harvard per dedurre che non sono la classica testa di cazzo che viene a compatirvi quando vi lagnate pubblicamente delle vostre sofferenze/fragilità, rivelando di avere la stessa dignità di un masochista che supplica di farsi tritare le palle con un frullatore ad immersione.
E' quanto mai evidente che al posto del cervello avete merda di cavallo mista a piscio di scimpanzé, ma nonostante questo voglio farvi il piacere di avvertirvi che, agli occhi di una persona dotata di un minimo di buon senso, spiacente per le vostre convinzioni ma non apparite né come dei poveri martiri dall'ineguagliabile forza d'animo, né come delle splendide persone interiormente ricche.
Piuttosto siete meglio assimilabili a dei beneamati coglioni che servono, attraverso un linguaggio misto di squallide frasi ad effetto (...ad effetto per quel gruppo di sottosviluppati che vi segue, ovviamente), le proprie debolezze su un piatto d'argento a gente che potenzialmente (o no) vorrebbe vedervi impalati sulla Torre Eiffel.
Concludendo, quindi, penso che il talento che dimostrate nello sputtanarvi nella rete e (probabilmente) nella realtà, sarebbe meglio cercare di direzionarlo altrove.
Non so, ad esempio potreste succhiare cazzi, potreste darvi all'ippica, o meglio ancora potreste imparare la tecnica dell'harakiri per metterla in atto in un futuro imminente.

15 aprile 2011

Demistificazioni

Salve adorabili coglioni che mi seguite con la stessa frequenza con cui uno stitico riesce a cacare a spruzzo, oggi riflettevo su una cosa.
Pensandoci bene però, non credo vi interessi leggere delle indicibili quantità di muco che il mio fidanzato è in grado di espellere in unico, intenso starnuto; perciò, volendo venirvi incontro (o forse no), dirigerò questo post verso altre tematiche.

Navigando nella rete ho notato che un più che modesto numero di bipedi dal cervello in cancrena, ha una certa propensione nel mettere in mostra la propria improbabile cultura personale discorrendo, consigliando o semplicemente citando testi filosofici letti nel corso della loro squallida esistenza.
Non so voi, ma questa cosa spesso mi fa sorridere.
Lasciate che io mi spieghi meglio, culoni emorroidati.
Il più delle volte si tratta di capre convinte di possedere tutte le carte in regola per entrare a far parte di un moderno circolo degli Scipioni, unicamente perché si è riusciti a terminare l'opera più fessa del pensatore (spesso) più inculato.
Ma ancor prima di questo, c'è un altro motivo che sollazza amaramente il mio spirito.
Ritengo che comprendere la filosofia abbia poco a che vedere con lo sterile apprendimento di tale materia.
Nell'arco di questi ultimi anni ho conosciuto tanthmm...poche persone in grado di disquisire adeguatamente su che cazzo avesse voluto dire quel porcone di Husserl nelle sue "Meditazioni Cartesiane", o sul perché Pascal fosse coglione al 50% o ancora su che cosa avesse detto quel vecchio canuto di Socrate al di là delle solite "puttanate" che tutti conoscono.
E tra queste, non tutte a mio parere erano effettivamente consapevoli di quello su cui argomentavano.
Comprendere un testo non significa solamente ragionarci su magari con la stessa proprietà di linguaggio di un fottuto enciclopedista, ma significa innanzitutto essere in grado di coglierne il senso profondo, traendone degli insegnamenti da applicare nella nostra costretta esistenza.
Detto questo, quindi, potete anche recitarmi per intero la "Critica della Ragion Pura" di Kant a suon di rutti, ma fin quando non riuscite a rapportare quello che leggete alla realtà concreta, miei cari piselloni mosci, non posso far a meno di dirvi che secondo me di filosofia voi non capite un emerito cazzo.

09 aprile 2011

Debolezze

Devo ammettere che quando ho aperto questo blog, sentivo la necessità di avere dei lettori fissi.
Gente sconosciuta a cui presentare una caterva di puttanate, identiche per tematiche a quelle scritte da migliaia di altre persone.
Non vorrei sbagliarmi, ma in più di una circostanza credo anche di essermi pisciata addosso dall'emozione alla visione di qualche commento.
A distanza di quasi due mesi però, l'entusiasmo che posso provare per la vostra più o meno presenza in questo blog, è sommariamente paragonabile all'interesse che può suscitare in me la morte di un coleottero nell'altra parte del mondo.
O anche a due metri di distanza ora che ci penso.
Non ci è voluto molto per capire come funzionano le cose nella rete.
Un rottinculo lascia un commento, il novellino risponde tra una pisciata emotiva e un'altra, uno scambio di inutili opinioni ed ecco iniziata una virtuale amicizia platonica in cui ci si spompina a vicenda, per il solo semplice scopo di trovare qualche superfluo parere o inverosimile complimento al post del giorno.
Il tutto moltiplicato per un tot numero di coglioni, nella speranza di diventare un blogger di fama e spararsi la posa con gli amici sfigati.
...Che grande ricchionata.
Detto questo, cazzoni che non siete altro, è giusto informarvi che farsi pubblicità gratuita qui sopra è produttivo quanto annusarsi orgogliosamente le scorregge dopo una fagiolata piccante con gli amici.
Dovreste essere perfettamente in grado di rendervi conto da soli che questo posto è un fetillo abbandonato.
Inoltre a meno che non mi colpiate o non ci sia un'inspiegabile propensione verso ciò che scrivete, molto probabilmente il massimo che potete aspettarvi da me è che legga distrattamente i primi due periodi del vostro ultimo intervento.

01 aprile 2011

Sulla definizione di peripatetica

Dovete sapere che vivo in un paese dove buona parte delle donne ama essere osservata da uomini a cui (per buona parte) basta mezzo cm di zizza scoperta per arraparsi, per questo le sopracitate fanno spesso a gara a chi mostra di più il culo anche in luoghi e circostanze che poco si prestano a questo modo di fare.
L'ultima volta che sono stata all'università, per esempio, mi sembrava di essere capitata in un bordello con puttane di ogni genere.
In poche ore la mia psiche è stata stuprata dalla visione di una succhiacazzi di docenti (nel vero senso della parola), della mignotta alternativa paradossalmente fascistoide dell'aula flex e di una troiona appassionata di manga, che studia giapponese solo perché immagina che questo le dia una valida scusa per potersi presentare in facoltà vestita come la protagonista di un Hentai.
Ok, ammetto che in alcuni momenti questa cosa attizza persino me, ma in generale sapere di essere circondata da simili soggetti è piacevole quanto un riccio agitato nel culo.
Tutto questo mi ha portato nel corso degli anni, ad essere un tantino suscettibile nei confronti del gentil sesso che tende a voler stare al centro dell'attenzione e forse per lo stesso motivo, da un po' di tempo a questa parte, ho maturato idee che in parte esulano dalla norma.
Nella fattispecie, il tipo di donna di cui ho parlato prima per me è la zoccolona per eccellenza.
Diversamente da quello che in generale si pensa, per me non ha alcuna rilevanza il numero di persone con cui si abbia scopato o le modalità, l'unica condizione basilare per essere considerati dei puttanoni esagerati è il grado di esibizionismo e il livello di noncuranza nei confronti di eventuali terze persone o del coinvolgimento emotivo da parte dell'interessato.
Per farla breve, tra un verginella maliziosa che la sbatte metaforicamente in faccia a chiunque per (esempio) puro spirito competitivo con le altre donne e una maialona disinibita che si fa possedere periodicamente da tre cazzoni neri, la prima è sicuramente una zoccola, la seconda non è detto.

21 marzo 2011

Rivelazioni

Pensavo che se in questo momento potessi far esaudire un mio desiderio, senz'altro sceglierei di ficcare nel deretano di ogni singola entità umana un possente petardo di V categoria e, una volta accesa la miccia detonante, mi godrei lo spettacolo dei vostri culi che saltano sincronicamente in aria come in una coreografia della Fracci.
Sì, adorabili teste di cazzo, se state pensando che io tendo ad assimilare l'intera umanità ad un ammasso di merda marcescente cacato dal culo di un dio sadico e bastardo, non posso che darvi ragione.
Nel caso in cui le mie parole abbiano urtato il vostro dolce animo sensibile, mi scuso per non potervi pisciare in faccia personalmente ma mi vedo costretta, per evidenti limitazioni, a delegare tale compito a voi stessi.
Detto questo, è giusto sapere che Qualcuno ancor prima di essere un miscuglio di patetica misantropia, asocialità e cinismo, è un ridicolo filantropo deluso.
Capito coglioni? Un tempo Qualcuno era un filantropo. Uno di quelli che passava le proprie giornate a cercare di comprendere delle teste di cazzo come voi, che confidava nella moralità di vecchi preti arrapati e che provava a relazionarsi con delle puttane megere schizofreniche.
Qualcuno non era semplicemente un coglione. Qualcuno era un coglione che amava farselo mettere in culo per puro spirito altruistico.
Non preoccupatevi schifosi succhiacazzi, anche se i tempi sono cambiati, il fatto che alterno giorni di totale sconforto a giorni di sofferenza simpatetica/empatica, è sintomo che un po' di quella fetosa filantropia ancora mi scorre nelle vene. Passo dal volervi cacare in mano, ad imbarazzanti momenti di affetto e contagio emotivo.
Cosa cazzo vorrebbe significare tutto questo? Perché a volte sento ancora il bisogno di offrirvi il mio culo?
Forza, fate la vostra diagnosi del cazzo e pompate il vostro ego credendovi dei Freud.

16 marzo 2011

L'arte di non saper trovare un titolo adeguato

Vi siete mai sentiti come se le vostre palle venissero massacrate da una coppia di milfone di 150 kg, con ai piedi delle scarpe fetish tacco 20?
Bene. Allora sapete cosa provo in questi ultimi giorni ogni qual volta ricordo di avere un blog.
Cercate di capirmi.
Questo posto mi piace, mi fa sentire come se fossi un dio, un dio onnipotente...un dio onnipotente e dall'esistenza indubitabile.
Che cazzo di fantasia che ho, eh?
E' l'unico luogo dove posso parlare di roditori nel culo, pratiche impensabili di anal stuffing o inflazionare l'uso di "culo, fregna, troia, merda..." senza che nessun bigotto figlio di una mammina troppo opprimente, mi venga a rompere i coglioni perché scandalizzato dal mio linguaggio eccessivamente spinto e volgare; e se anche lo facesse, potrei sempre censurarlo cazzoni che non siete altro.
L'unico problema è che da dieci anni a questa parte, per ogni santo giorno, migliaia di coglioni come me decidono di intasare la rete con le loro stronzate.
Senza volerlo mi sono ritrovata in un mare magnum di merda dove questo buco di culo è inevitabilmente surclassato da blog riprovevoli, semplicemente perché non ho degli amici leccaculo che mi commentano ad ogni porcata che dico. O semplicemente perché non ho degli amici.
Sono venti giorni che mi cadono le palle per terra pensando di dover aggiornare anche quando non ho un cazzo da dire, barcamenandomi per altro, allo scopo di avere una maggiore visibilità sui motori di ricerca, nell'inserimento di improbabili "etichette" che farebbero rizzare perfino i peli della figa di Jenna Jameson.
Dedurrete quindi, che fin quando questo blog continuerà ad aver un numero così imbarazzante di lettori, mi ritroverò ad aggiornare abbastanza frequentemente. Anche a costo di parlare della mia prima cacata mattutina.

12 marzo 2011

Sul perché Tonino Guerra è una capocchia scoperchiata

Posso affermare con estrema lucidità, che preferirei ficcarmi un palo acuminato nel culo e rigirarmelo dentro con indecente violenza, piuttosto che passare anche un solo minuto in più su facebook allo scopo di farmi i cazzi della gente.
Un numero considerevole di teste di minchia  mi ha permesso di rifiutare con una certa saccenteria e soddisfazione, più o meno improbabili richieste di amicizia, ma di godere ugualmente della possibilità di leggermi le puttanate scritte nelle loro bacheche (semi)pubbliche, ogni qual volta il mio spirito masochistico l'avrebbe richiesto.
Così ho visitato pagine web di persone che avevo ormai dimenticato da anni o che avrei voluto dimenticare da anni.
Ho scoperto che la vaccona che mi stava seduta di fianco al liceo, è diventata un mignottone di basso borgo che sperpera gli introiti del suo lavoro festeggiando l'otto marzo in un locale per troie senza dignità, palpeggiando il culo rasato di uno spogliarellista dal cazzo piccolo.
Ho compreso che il mio vicino di casa si fa bucchinaro linkando i video del Fatto Quotidiano, ma quando l'altro giorno gli ho chiesto se avesse mai partecipato a qualche manifestazione o si fosse prodigato anche solo a considerare l'idea di alzare una chiappa per dare voce ai propri pensieri in sede di referendum/elezioni, è scappato piangendo con un pollice nel culo e l'altro nella bocca.
Ho preso coscienza che mezzo paese ama spiattellare i propri cazzi nel web, sperando che parlare dei propri dolori, fare una disdicevole fiaccolata simbolica per la Sara Scazzi di turno e indicare il proprio orientamento politico, possa dare l'immagine di una persona profondamente matura, empatica e politicamente attiva.
Avvertite questi scagazzamerda senza culo che l'unico elogio che gli potrà mai essere fatto nella vita, riguarda il modo in cui riescono a grattarsi le chiappe con l'alluce destro e che il massimo a cui possono aspirare grazie alla loro cultura, è succhiare il cazzo raggrinzito di un vecchio settantenne.
Ora non so voi, ma personalmente il desiderio di vedere questo branco di teste di cazzo sodomizzate da un gruppo di scimmie bonobo, è diventata la mia unica ragione di vita.

09 marzo 2011

Altruismo

Devo confessarlo, per un momento ho pensato di chiudere questo blog.
Poi mi sono venuti in mente i vostri culi. Superbi, inoperosi, impeccabilmente fiacchi...e ho capito che sarebbe stata una follia abbandonarvi.

05 marzo 2011

Inculata ad arte

Avere un padre appassionato di arte, non sempre dà dei vantaggi.
L'altro giorno l'ho beccato che si tirava un sega mentre fissava l'immagine della "Merda d'Artista". E' stato in quell'esatto momento che ho capito il perché, dall'età di quattro anni, non abbia fatto altro che rimproverarmi per le mie lunghe cacate filiformi e dall'odore troppo acre, mai all'altezza di quei compatti e uniformi stronzi di Piero Manzoni.
Il fatto che lui sia appassionato di arte, però, l'ha reso protagonista anche di situazioni come quella che sto per raccontarvi.

L'attempata porcona Marilena Ferrari, fondatrice del gruppo FMR art'è, ha trovato terreno fertile nel culo peloso di mio padre. Questi, attirato da una pubblicità che parlava dell'acquisto di una preziosa collana di libri d'arte e della possibilità di ricevere in omaggio "un volume a tiratura limitata dedicato a Madre Teresa", si è allegramente messo a 90° mentre con estrema minuzia compilava il modulo di richiesta con i propri dati.
Tempo una settimana e un giovane prendinculo, che per guadagnare poche centinaia di euro al mese si arrischia in potenziali cause giuridiche, si presenta a casa con il volumetto di quella che alcuni definiscono "una vecchia megera bastarda".
Dopo circa tre ore di conversazione, il sopracitato riesce a persuadere mio padre nell'acquisto di un'opera al costo di circa 2500 euro (quando pare ne valesse poche centinaia). L'uomo dal culo ormai sverginato, non rimane perplesso nemmeno dinanzi la richiesta del promoter di dare parte dei soldi seduta stante.
Dopo il primo incontro, questo delegato sottopagato che aiuta la bionda vaccona a guadagnare milioni di euro, si è presentato spontaneamente più volte sotto casa pretendendo di entrare allo scopo di appioppare un'ulteriore opera, al costo di circa 6000 euro.
Il fatto che durante la sua ultima visita io abbia strizzato quelle sue palle mosce e decadenti con una pinza a morsetto, gli ha fatto intuire che non ne valeva la pena tornare una quarta volta. Mentre ancora nulla di fatto con le periodiche chiamate da parte dell'azienda, la qual cosa mi lascia pensare che quelle luride puttane delle segretarie prendono il mio "siete delle troione succhiacazzi" come un complimento.

Ora comunque scusatemi, mio padre vuole fare una riunione di famiglia per stabilire se le sue mutande sporche possono essere considerate un'opera d'arte.
Voi invece guardatevi 'sti link:
Mi Manda Raitre
Repubblica
(Cliccateci sopra, coglioni!)

02 marzo 2011

Vescica iperattiva

Buona parte delle volte che converso con qualcuno, il mio cervello ode simili stronzate che per una sorta di istinto protettivo tende a distaccarsi quanto possibile dalla realtà e ad immaginare che dalla bocca del minchione di turno, escano CONCRETI stronzi di merda.
Così quello che generalmente recepisco alla fine di una discussione, non è nient'altro che uno "splot splot prooot splot prrrrrooooot". La perdita di tempo che ne consegue mi porta, per una strana forma di legge del contrappasso, ad avere una voglia irrefrenabile di pisciare addosso al mio interlocutore.
Purtroppo la Costituzione italiana ancora non mi permette di appagare il mio ego in questo modo, e fin quando Berlusconi non si faccia venire voglia di attuare la pratica del pissing anche su persone non consenzienti, ho ragione di credere che riuscirò a soddisfare questo mio desiderio solo mentre sono nelle braccia di Morfeo...cosa che nel corso degli anni mi ha portato, qualche volta, a soffrire di enuresi notturna.
Capirete che se non fate parte di quelle (due) persone con cui trovo stimolante avere un confronto (a meno che non siate voi a scrivere questo intervento e io a leggerlo, escludete già il 50% delle possibilità), c'è una discreta probabilità che parlando con voi mi verrebbe voglia di pisciarvi addosso.
Detto questo, volevo solo informarvi che i vostri commenti mi fanno comodo per spararmi la posa con i miei amici, quindi qualsiasi porcata vi venga in mente di scrivere, scrivetela.

28 febbraio 2011

Paradossi

Resta ora da capire cosa cazzo pretende di essere questo blog.
Elisa in partenza l'ipotesi di supporre l'idea remota della realizzazione di uno spazio in cui si parlasse della propria vita, Qualcuno si è barcamenato nel vano tentativo di ideare qualche post arguto ed autoironico per dargli uno stampo umoristico, ché ora va tanto di moda fare i comici della situazione, fino a che non si è reso conto che avrebbe avuto più successo a spalare merda di pinguino nell'Antartide.
Così ha pensato, per qualche frazione di secondo, di informare e disquisire su temi d'attualità, rendendo il sopracitato una potenziale testata giornalistica, per poi ricordarsi che la sua cultura permetterebbe al massimo di disquisire sui centimetri di cazzo di Mukhtar Safarov.
Prendendo perciò coscienza che questo luogo non ha alcun potenziale e che consequenzialmente non può pretendere di essere un cazzo (a meno che non si sfrutti l'arma della fregna), Qualcuno ha sensatamente stabilito che il suo blog ha ragione di esistere proprio perché non ha ragione di esistere.
Per una questione di democrazia, sarebbe ingiusto smettere di scrivere tali puttanate, mentre altre centinaia di migliaia di persone dicono le loro ridicole porcate nei propri blog.

26 febbraio 2011

Botte di culo

...E che cazz'! Mò ij vuless sapè 'na cosa: quante probabilità ci sono che due persone che non si conoscono e che abitano presumibilmente a "pochi" km di distanza, aprano un blog con lo stesso nome? Quante probabilità ci sono che chi l'ha aperto per ultimo (presente), non susciti dubbi sulla sua credibilità? E se la suddetta persona abbia dichiarato, precedentemente, di aver fatto una ricerca forsennata su internet per attingere materiale da scopiazzare, quante probabilità ci sono che la sua buona fede non venga investita da tre quintali di sterco putrescente?

23 febbraio 2011

VAFAMMOCC

Non avete un briciolo di originalità, un granello sminuzzato di inventiva, una particella subatomica di ingegno!
Dove cazzo si trova tutta la vostra verve comica? Nell'angolo più buio del vostro antro anale, in attesa che il criceto che vi siete ficcati in culo due giorni fa riesca a trovarla?
Mi avete fatto buttare nel cesso tre giorni di fila, nella speranza di trovare un primo post da scopiazzare che non fosse la solita dichiarazione d'intenti o presentazione da tema di prima elementare, e sapete cosa ho ottenuto?
Solo un paio di occhi fotofobici, rossi e iniettati di sangue.
I miei complimenti.