21 marzo 2011

Rivelazioni

Pensavo che se in questo momento potessi far esaudire un mio desiderio, senz'altro sceglierei di ficcare nel deretano di ogni singola entità umana un possente petardo di V categoria e, una volta accesa la miccia detonante, mi godrei lo spettacolo dei vostri culi che saltano sincronicamente in aria come in una coreografia della Fracci.
Sì, adorabili teste di cazzo, se state pensando che io tendo ad assimilare l'intera umanità ad un ammasso di merda marcescente cacato dal culo di un dio sadico e bastardo, non posso che darvi ragione.
Nel caso in cui le mie parole abbiano urtato il vostro dolce animo sensibile, mi scuso per non potervi pisciare in faccia personalmente ma mi vedo costretta, per evidenti limitazioni, a delegare tale compito a voi stessi.
Detto questo, è giusto sapere che Qualcuno ancor prima di essere un miscuglio di patetica misantropia, asocialità e cinismo, è un ridicolo filantropo deluso.
Capito coglioni? Un tempo Qualcuno era un filantropo. Uno di quelli che passava le proprie giornate a cercare di comprendere delle teste di cazzo come voi, che confidava nella moralità di vecchi preti arrapati e che provava a relazionarsi con delle puttane megere schizofreniche.
Qualcuno non era semplicemente un coglione. Qualcuno era un coglione che amava farselo mettere in culo per puro spirito altruistico.
Non preoccupatevi schifosi succhiacazzi, anche se i tempi sono cambiati, il fatto che alterno giorni di totale sconforto a giorni di sofferenza simpatetica/empatica, è sintomo che un po' di quella fetosa filantropia ancora mi scorre nelle vene. Passo dal volervi cacare in mano, ad imbarazzanti momenti di affetto e contagio emotivo.
Cosa cazzo vorrebbe significare tutto questo? Perché a volte sento ancora il bisogno di offrirvi il mio culo?
Forza, fate la vostra diagnosi del cazzo e pompate il vostro ego credendovi dei Freud.

16 marzo 2011

L'arte di non saper trovare un titolo adeguato

Vi siete mai sentiti come se le vostre palle venissero massacrate da una coppia di milfone di 150 kg, con ai piedi delle scarpe fetish tacco 20?
Bene. Allora sapete cosa provo in questi ultimi giorni ogni qual volta ricordo di avere un blog.
Cercate di capirmi.
Questo posto mi piace, mi fa sentire come se fossi un dio, un dio onnipotente...un dio onnipotente e dall'esistenza indubitabile.
Che cazzo di fantasia che ho, eh?
E' l'unico luogo dove posso parlare di roditori nel culo, pratiche impensabili di anal stuffing o inflazionare l'uso di "culo, fregna, troia, merda..." senza che nessun bigotto figlio di una mammina troppo opprimente, mi venga a rompere i coglioni perché scandalizzato dal mio linguaggio eccessivamente spinto e volgare; e se anche lo facesse, potrei sempre censurarlo cazzoni che non siete altro.
L'unico problema è che da dieci anni a questa parte, per ogni santo giorno, migliaia di coglioni come me decidono di intasare la rete con le loro stronzate.
Senza volerlo mi sono ritrovata in un mare magnum di merda dove questo buco di culo è inevitabilmente surclassato da blog riprovevoli, semplicemente perché non ho degli amici leccaculo che mi commentano ad ogni porcata che dico. O semplicemente perché non ho degli amici.
Sono venti giorni che mi cadono le palle per terra pensando di dover aggiornare anche quando non ho un cazzo da dire, barcamenandomi per altro, allo scopo di avere una maggiore visibilità sui motori di ricerca, nell'inserimento di improbabili "etichette" che farebbero rizzare perfino i peli della figa di Jenna Jameson.
Dedurrete quindi, che fin quando questo blog continuerà ad aver un numero così imbarazzante di lettori, mi ritroverò ad aggiornare abbastanza frequentemente. Anche a costo di parlare della mia prima cacata mattutina.

12 marzo 2011

Sul perché Tonino Guerra è una capocchia scoperchiata

Posso affermare con estrema lucidità, che preferirei ficcarmi un palo acuminato nel culo e rigirarmelo dentro con indecente violenza, piuttosto che passare anche un solo minuto in più su facebook allo scopo di farmi i cazzi della gente.
Un numero considerevole di teste di minchia  mi ha permesso di rifiutare con una certa saccenteria e soddisfazione, più o meno improbabili richieste di amicizia, ma di godere ugualmente della possibilità di leggermi le puttanate scritte nelle loro bacheche (semi)pubbliche, ogni qual volta il mio spirito masochistico l'avrebbe richiesto.
Così ho visitato pagine web di persone che avevo ormai dimenticato da anni o che avrei voluto dimenticare da anni.
Ho scoperto che la vaccona che mi stava seduta di fianco al liceo, è diventata un mignottone di basso borgo che sperpera gli introiti del suo lavoro festeggiando l'otto marzo in un locale per troie senza dignità, palpeggiando il culo rasato di uno spogliarellista dal cazzo piccolo.
Ho compreso che il mio vicino di casa si fa bucchinaro linkando i video del Fatto Quotidiano, ma quando l'altro giorno gli ho chiesto se avesse mai partecipato a qualche manifestazione o si fosse prodigato anche solo a considerare l'idea di alzare una chiappa per dare voce ai propri pensieri in sede di referendum/elezioni, è scappato piangendo con un pollice nel culo e l'altro nella bocca.
Ho preso coscienza che mezzo paese ama spiattellare i propri cazzi nel web, sperando che parlare dei propri dolori, fare una disdicevole fiaccolata simbolica per la Sara Scazzi di turno e indicare il proprio orientamento politico, possa dare l'immagine di una persona profondamente matura, empatica e politicamente attiva.
Avvertite questi scagazzamerda senza culo che l'unico elogio che gli potrà mai essere fatto nella vita, riguarda il modo in cui riescono a grattarsi le chiappe con l'alluce destro e che il massimo a cui possono aspirare grazie alla loro cultura, è succhiare il cazzo raggrinzito di un vecchio settantenne.
Ora non so voi, ma personalmente il desiderio di vedere questo branco di teste di cazzo sodomizzate da un gruppo di scimmie bonobo, è diventata la mia unica ragione di vita.

09 marzo 2011

Altruismo

Devo confessarlo, per un momento ho pensato di chiudere questo blog.
Poi mi sono venuti in mente i vostri culi. Superbi, inoperosi, impeccabilmente fiacchi...e ho capito che sarebbe stata una follia abbandonarvi.

05 marzo 2011

Inculata ad arte

Avere un padre appassionato di arte, non sempre dà dei vantaggi.
L'altro giorno l'ho beccato che si tirava un sega mentre fissava l'immagine della "Merda d'Artista". E' stato in quell'esatto momento che ho capito il perché, dall'età di quattro anni, non abbia fatto altro che rimproverarmi per le mie lunghe cacate filiformi e dall'odore troppo acre, mai all'altezza di quei compatti e uniformi stronzi di Piero Manzoni.
Il fatto che lui sia appassionato di arte, però, l'ha reso protagonista anche di situazioni come quella che sto per raccontarvi.

L'attempata porcona Marilena Ferrari, fondatrice del gruppo FMR art'è, ha trovato terreno fertile nel culo peloso di mio padre. Questi, attirato da una pubblicità che parlava dell'acquisto di una preziosa collana di libri d'arte e della possibilità di ricevere in omaggio "un volume a tiratura limitata dedicato a Madre Teresa", si è allegramente messo a 90° mentre con estrema minuzia compilava il modulo di richiesta con i propri dati.
Tempo una settimana e un giovane prendinculo, che per guadagnare poche centinaia di euro al mese si arrischia in potenziali cause giuridiche, si presenta a casa con il volumetto di quella che alcuni definiscono "una vecchia megera bastarda".
Dopo circa tre ore di conversazione, il sopracitato riesce a persuadere mio padre nell'acquisto di un'opera al costo di circa 2500 euro (quando pare ne valesse poche centinaia). L'uomo dal culo ormai sverginato, non rimane perplesso nemmeno dinanzi la richiesta del promoter di dare parte dei soldi seduta stante.
Dopo il primo incontro, questo delegato sottopagato che aiuta la bionda vaccona a guadagnare milioni di euro, si è presentato spontaneamente più volte sotto casa pretendendo di entrare allo scopo di appioppare un'ulteriore opera, al costo di circa 6000 euro.
Il fatto che durante la sua ultima visita io abbia strizzato quelle sue palle mosce e decadenti con una pinza a morsetto, gli ha fatto intuire che non ne valeva la pena tornare una quarta volta. Mentre ancora nulla di fatto con le periodiche chiamate da parte dell'azienda, la qual cosa mi lascia pensare che quelle luride puttane delle segretarie prendono il mio "siete delle troione succhiacazzi" come un complimento.

Ora comunque scusatemi, mio padre vuole fare una riunione di famiglia per stabilire se le sue mutande sporche possono essere considerate un'opera d'arte.
Voi invece guardatevi 'sti link:
Mi Manda Raitre
Repubblica
(Cliccateci sopra, coglioni!)

02 marzo 2011

Vescica iperattiva

Buona parte delle volte che converso con qualcuno, il mio cervello ode simili stronzate che per una sorta di istinto protettivo tende a distaccarsi quanto possibile dalla realtà e ad immaginare che dalla bocca del minchione di turno, escano CONCRETI stronzi di merda.
Così quello che generalmente recepisco alla fine di una discussione, non è nient'altro che uno "splot splot prooot splot prrrrrooooot". La perdita di tempo che ne consegue mi porta, per una strana forma di legge del contrappasso, ad avere una voglia irrefrenabile di pisciare addosso al mio interlocutore.
Purtroppo la Costituzione italiana ancora non mi permette di appagare il mio ego in questo modo, e fin quando Berlusconi non si faccia venire voglia di attuare la pratica del pissing anche su persone non consenzienti, ho ragione di credere che riuscirò a soddisfare questo mio desiderio solo mentre sono nelle braccia di Morfeo...cosa che nel corso degli anni mi ha portato, qualche volta, a soffrire di enuresi notturna.
Capirete che se non fate parte di quelle (due) persone con cui trovo stimolante avere un confronto (a meno che non siate voi a scrivere questo intervento e io a leggerlo, escludete già il 50% delle possibilità), c'è una discreta probabilità che parlando con voi mi verrebbe voglia di pisciarvi addosso.
Detto questo, volevo solo informarvi che i vostri commenti mi fanno comodo per spararmi la posa con i miei amici, quindi qualsiasi porcata vi venga in mente di scrivere, scrivetela.