22 aprile 2011

L'ottimismo è il fetore della vita

Se io avessi il quoziente intellettivo di una scimmia sordomuta affetta da malattia neurodegenerativa, potrei affermare senza remore di essere una di voi.
Per cominciare, in questo momento non sarei qui a scrivere questo post ma mi troverei in qualche patetico di blog di vostra conoscenza (facce da culo, forse proprio nel vostro), a leccare il flaccido deretano del cacamerda di turno perché colpita dalla fantomatica profondità d'animo mostrata in uno dei tanti interventi; dove si è dato il peggio di sé in un ridicolo sfogo, si è alluso a quanto sia dolorosa la propria vita o si sia banalmente parlato dei sentimenti maiprovatiprima per il partner del momento...che poi verrà fanculizzato non appena si troverà uno con il cazzo più grande o una che sappia spompinare meglio, è un'altra storia.
Come ben potete notare, però, sono nel mio blog a postare questo intervento e non nel vostro a contemplare ciò che scrivete.
Non ci vuole una laurea ad Harvard per dedurre che non sono la classica testa di cazzo che viene a compatirvi quando vi lagnate pubblicamente delle vostre sofferenze/fragilità, rivelando di avere la stessa dignità di un masochista che supplica di farsi tritare le palle con un frullatore ad immersione.
E' quanto mai evidente che al posto del cervello avete merda di cavallo mista a piscio di scimpanzé, ma nonostante questo voglio farvi il piacere di avvertirvi che, agli occhi di una persona dotata di un minimo di buon senso, spiacente per le vostre convinzioni ma non apparite né come dei poveri martiri dall'ineguagliabile forza d'animo, né come delle splendide persone interiormente ricche.
Piuttosto siete meglio assimilabili a dei beneamati coglioni che servono, attraverso un linguaggio misto di squallide frasi ad effetto (...ad effetto per quel gruppo di sottosviluppati che vi segue, ovviamente), le proprie debolezze su un piatto d'argento a gente che potenzialmente (o no) vorrebbe vedervi impalati sulla Torre Eiffel.
Concludendo, quindi, penso che il talento che dimostrate nello sputtanarvi nella rete e (probabilmente) nella realtà, sarebbe meglio cercare di direzionarlo altrove.
Non so, ad esempio potreste succhiare cazzi, potreste darvi all'ippica, o meglio ancora potreste imparare la tecnica dell'harakiri per metterla in atto in un futuro imminente.

15 aprile 2011

Demistificazioni

Salve adorabili coglioni che mi seguite con la stessa frequenza con cui uno stitico riesce a cacare a spruzzo, oggi riflettevo su una cosa.
Pensandoci bene però, non credo vi interessi leggere delle indicibili quantità di muco che il mio fidanzato è in grado di espellere in unico, intenso starnuto; perciò, volendo venirvi incontro (o forse no), dirigerò questo post verso altre tematiche.

Navigando nella rete ho notato che un più che modesto numero di bipedi dal cervello in cancrena, ha una certa propensione nel mettere in mostra la propria improbabile cultura personale discorrendo, consigliando o semplicemente citando testi filosofici letti nel corso della loro squallida esistenza.
Non so voi, ma questa cosa spesso mi fa sorridere.
Lasciate che io mi spieghi meglio, culoni emorroidati.
Il più delle volte si tratta di capre convinte di possedere tutte le carte in regola per entrare a far parte di un moderno circolo degli Scipioni, unicamente perché si è riusciti a terminare l'opera più fessa del pensatore (spesso) più inculato.
Ma ancor prima di questo, c'è un altro motivo che sollazza amaramente il mio spirito.
Ritengo che comprendere la filosofia abbia poco a che vedere con lo sterile apprendimento di tale materia.
Nell'arco di questi ultimi anni ho conosciuto tanthmm...poche persone in grado di disquisire adeguatamente su che cazzo avesse voluto dire quel porcone di Husserl nelle sue "Meditazioni Cartesiane", o sul perché Pascal fosse coglione al 50% o ancora su che cosa avesse detto quel vecchio canuto di Socrate al di là delle solite "puttanate" che tutti conoscono.
E tra queste, non tutte a mio parere erano effettivamente consapevoli di quello su cui argomentavano.
Comprendere un testo non significa solamente ragionarci su magari con la stessa proprietà di linguaggio di un fottuto enciclopedista, ma significa innanzitutto essere in grado di coglierne il senso profondo, traendone degli insegnamenti da applicare nella nostra costretta esistenza.
Detto questo, quindi, potete anche recitarmi per intero la "Critica della Ragion Pura" di Kant a suon di rutti, ma fin quando non riuscite a rapportare quello che leggete alla realtà concreta, miei cari piselloni mosci, non posso far a meno di dirvi che secondo me di filosofia voi non capite un emerito cazzo.

09 aprile 2011

Debolezze

Devo ammettere che quando ho aperto questo blog, sentivo la necessità di avere dei lettori fissi.
Gente sconosciuta a cui presentare una caterva di puttanate, identiche per tematiche a quelle scritte da migliaia di altre persone.
Non vorrei sbagliarmi, ma in più di una circostanza credo anche di essermi pisciata addosso dall'emozione alla visione di qualche commento.
A distanza di quasi due mesi però, l'entusiasmo che posso provare per la vostra più o meno presenza in questo blog, è sommariamente paragonabile all'interesse che può suscitare in me la morte di un coleottero nell'altra parte del mondo.
O anche a due metri di distanza ora che ci penso.
Non ci è voluto molto per capire come funzionano le cose nella rete.
Un rottinculo lascia un commento, il novellino risponde tra una pisciata emotiva e un'altra, uno scambio di inutili opinioni ed ecco iniziata una virtuale amicizia platonica in cui ci si spompina a vicenda, per il solo semplice scopo di trovare qualche superfluo parere o inverosimile complimento al post del giorno.
Il tutto moltiplicato per un tot numero di coglioni, nella speranza di diventare un blogger di fama e spararsi la posa con gli amici sfigati.
...Che grande ricchionata.
Detto questo, cazzoni che non siete altro, è giusto informarvi che farsi pubblicità gratuita qui sopra è produttivo quanto annusarsi orgogliosamente le scorregge dopo una fagiolata piccante con gli amici.
Dovreste essere perfettamente in grado di rendervi conto da soli che questo posto è un fetillo abbandonato.
Inoltre a meno che non mi colpiate o non ci sia un'inspiegabile propensione verso ciò che scrivete, molto probabilmente il massimo che potete aspettarvi da me è che legga distrattamente i primi due periodi del vostro ultimo intervento.

01 aprile 2011

Sulla definizione di peripatetica

Dovete sapere che vivo in un paese dove buona parte delle donne ama essere osservata da uomini a cui (per buona parte) basta mezzo cm di zizza scoperta per arraparsi, per questo le sopracitate fanno spesso a gara a chi mostra di più il culo anche in luoghi e circostanze che poco si prestano a questo modo di fare.
L'ultima volta che sono stata all'università, per esempio, mi sembrava di essere capitata in un bordello con puttane di ogni genere.
In poche ore la mia psiche è stata stuprata dalla visione di una succhiacazzi di docenti (nel vero senso della parola), della mignotta alternativa paradossalmente fascistoide dell'aula flex e di una troiona appassionata di manga, che studia giapponese solo perché immagina che questo le dia una valida scusa per potersi presentare in facoltà vestita come la protagonista di un Hentai.
Ok, ammetto che in alcuni momenti questa cosa attizza persino me, ma in generale sapere di essere circondata da simili soggetti è piacevole quanto un riccio agitato nel culo.
Tutto questo mi ha portato nel corso degli anni, ad essere un tantino suscettibile nei confronti del gentil sesso che tende a voler stare al centro dell'attenzione e forse per lo stesso motivo, da un po' di tempo a questa parte, ho maturato idee che in parte esulano dalla norma.
Nella fattispecie, il tipo di donna di cui ho parlato prima per me è la zoccolona per eccellenza.
Diversamente da quello che in generale si pensa, per me non ha alcuna rilevanza il numero di persone con cui si abbia scopato o le modalità, l'unica condizione basilare per essere considerati dei puttanoni esagerati è il grado di esibizionismo e il livello di noncuranza nei confronti di eventuali terze persone o del coinvolgimento emotivo da parte dell'interessato.
Per farla breve, tra un verginella maliziosa che la sbatte metaforicamente in faccia a chiunque per (esempio) puro spirito competitivo con le altre donne e una maialona disinibita che si fa possedere periodicamente da tre cazzoni neri, la prima è sicuramente una zoccola, la seconda non è detto.