Ci
sono persone che quando sono afflitte da malinconia svuotano credenze,
barattoli di nutella o anche tubetti di vaselina nella speranza di affogare i
propri dispiaceri nel sesso. Io invece mi cibo di merda catodica…con un
barattolo di nutella in mano e un tubetto di vaselina sul comodino.
Accendo il televisore e guardo tutto ciò che nelle giornate normali mi fa
pisciare sangue dal culo. Quindi mi basta accendere il televisore.
Oh certo, quella troiona della D’Urso non riuscirei a guardarla neanche se mi
sottoponessero al trattamento Ludovico. Mi strapperei gli occhi dalle orbite e
venderei i bulbi su internet a qualche cannibale feticista, semmai.
Certo che non posso scrivere io l’annuncio, COGLIONI!
Ci penserebbe il mio psichiatra.
Anyway, l’altro giorno ho ripescato il telecomando dal culo di mio fratello e ho
iniziato a fare zapping tra i vari canali con vitale passività.
Il mio inconscio con il suo sistema paura/colpa, mi ha fatto trovare
improvvisamente dinanzi quella porcata immane di “Donnavventura”, dove un
numero a me ignoto di mignottone rivestono il ruolo di avventuriere di ‘sto
cazzo: quello del produttore.
Dopo un corso di addestramento nel quale gli fanno succhiare peni a destra e a
manca, sono pronte per viaggiare in sella al “loro” fuoristrada.
Vestite come
delle classiche chiappestrette, sfilano tra villaggi poveri e sventurati ostentando
il loro benessere alla faccia di quegli sporchi pezzenti e cibando bambini malnutriti come fossero cagnolini. Il che basta a farle sentire delle altruiste
missionarie.
Soggiornano in hotel a spese del programma e mangiano come porche bulimiche.
Si improvvisano, a seconda delle circostanze, zoologhe, biologhe e tutto ciò
che finisce in “ologhe”, impartendo lezioni di zoologia, biologia e tutto ciò
che finisce in “ologia”…usando come propria enciclopedia di riferimento “La
famiglia Millemiglia”. Rischiano la vita in splendide acque, tra delfini e
pesciolini colorati, e in mezzo a campi verdi incontaminati.
Al termine della spedizione tornano fiere a succhiare cazzi nazionali, con alle
spalle un bagaglio culturale che non farebbe invidia nemmeno a Flavia Vento e
un carico di esperienze che se Sponky fosse ancora in vita, gli cacherebbe in
mano con veemenza.
Ecco, una volta risanata la mia autostima, posso spegnere il televisore e tornare alla mia vita normale.
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