12 dicembre 2012

08 dicembre 2012

Paralipomeni del giudizio critico e della masturbazione nevrastenica

...dove eravamo rimasti sparastronzi orali?
Ah già, la gara di scorregge! Che dire ragazzi, dall'alto dei miei 11 secondi e 3 centesimi, il mio primato resta ancora imbattuto. Uno a uno ho fatto fuori tutti i componenti della mia famiglia. Da mio padre che si è fatto venire un prolasso anale, a mia madre che è svenuta in fase di preparazione, passando per mio fratello che si è fatto uscire il sangue dal culo, posso dire che solo la piccoletta mi ha dato filo da torcere. Tredici anni di puro gas intestinale, promette bene la ragazzina: ho in mente grandi cose per lei...ma ora arriviamo al dunque.
Come preannunciato, una cosa che mi fracassa i coglioni più dell’essere svegliata nel bel mezzo di un sogno erotico, è quando qualcuno esprime una sentenza su qualcuno, soprattutto se quel qualcuno è Qualcuno.
Se devo dirla tutta, in verità, reggo abbastanza bene i verdetti sulla mia persona, quantomeno perché riesco a smaltirli nel tempo...
Devo ammettere però che ho gradito decisamente di meno le volte in cui il mio udito è stato stuprato da sentenze che contenevano riferimenti ai miei dolori (peggio se con ignobili paragoni, la cui ignobiltà risiede proprio nel paragonare due dolori), che toccavano persone a me care o il rapporto instaurato con le suddette.
Porcate del genere riesco a perdonarle solo se mi viene mostrato un reale pentimento, insomma "sbagliare è umano" frocetti...altrimenti lego tutto al dito in un misto di rabbia e costernazione.
Il fatto che ho un indice in cancrena vi farà dedurre che nella mia vita in casi più unici che rari ho ricevuto delle scuse per simili atti...fortunatamente c'è anche da dire però che rare volte mi sono sentita così profondamente mancata di rispetto.
Ad ogni modo in questi casi ciò che rallegrerebbe la mia esistenza, sarebbe usare il culo di Platinette a mo’ di lanciafiamme per sterminare tutte quelle persone che puzzano di nauseante presunzione.
Pur andando un po' fuori tema, permettetemi qualche precisazione.
Il fatto che uno sia stato sgravato dal culo di satana, non è un buon motivo per esaltare ingiustificatamente il proprio io, ostentare i propri pregi, sminuire gli altri e dare inevitabilmente inizio ai propri arditi e fuori luogo corsi di morale.
Sì gente, il primo vizio capitale è sicuramente quello che più mi fa rizzare i peli pubici.
Quando mi rapporto con persone che cercano ossessivamente anche la più insignificante sottigliezza per poter smerdare qualcuno al fine di mostrare la presunta inferiorità dello stesso, il mio unico desiderio sarebbe di vedere le suddette passare la loro vita mangiando sperma essiccato di babbuino.
Finora francamente ancora devo avere l'onore di conoscere questo essere supremamente corretto e rispettoso che non ha mai mostrato forme di limitatezza, commesso errori o che si sia sempre comportato in maniera adeguata con il prossimo, quindi più ci si erge arrogantemente a maestro di vita, più mi verrebbe voglia di pisciare sangue mestruale addosso allo spocchioso di turno.
Certo, certo...lo so che ci sono infinite scale di grigio, ma per poter esprimere tutto il mio sconforto non potevo che rifarmi a casi limite di idiozia.

In quanto essere umano anche io ho la mia dose di puerilità e miseria. Mi lascio andare a pregiudizi e a condanne senza appello, ma soprattutto guardando gli altri ho capito come non devo essere...così nel tempo ho sviluppato la capacità di rendermi conto quanto poco valgo quando commetto simili errori, quindi mi sforzo di non abbassarmi a certi livelli e quando ci ricasco, mi faccio flagellare dal pene del mio fidanzato.
Sì, vero, non è il più appropriato metodo di fustigazione correttiva, dato che mi reca tutt'altro che dolore, ma ciò non va a sfaldare la verità dei miei presupposti: autocorreggermi.
Il più delle volte che comunque esprimo opinioni forti su qualcuno, è frutto della rabbia del momento per qualcosa che reputo inaccettabile, fastidioso o che sull'istante proprio non riesco a comprendere...ma a mente lucida faccio sempre qualche passo indietro.
Per comprendere una persona e sviluppare un'opinione più salda ci metto anni.
Solo col tempo e con l'esperienza diretta, può nascere in me una credenza difficile da estirpare (nel bene e nel male)...ma anche in quel caso è appunto difficile, non impossibile.

06 dicembre 2012

Giudicare è sbagliato così come la masturbazione causa la nevrastenia.

Uno dei motivi per cui credo che il mondo sia costituito da polli lobotomizzati, è che spesso ascolto ragionamenti che procedono seguendo luoghi comuni.
Pocanzi, ad esempio, mi sono imbattuta nel post di un fervente cristiano che adduceva una serie di nessi logici il cui fine era spiegare perché giudicare fosse sbagliato.
Il fatto che un'argomentazione possa presentare coerenza argomentativa, non significa che essa non sia fallace. Quanto è vero che ho una vagina, da premesse giuste possono ricavarsi anche conclusioni sbagliate e in questo caso, neanche le premesse erano giuste.
Mi direte "sarà questo il caso di premesse sbagliate che portano a conclusioni giuste?"...ma secondo voi, manaccia a quella mignotta di vostra madre, ero qui a scrivere questo post se si fosse avverata una simile condizione?
Quante cose dovete ancora imparare...
Procedendo quindi, a meno che non si pratichi una qualche forma estrema di ascetismo inesistente, sono più propensa a credere  che il culo di Luxuria non sia mai stato violato piuttosto che una persona riesca ad astenersi  dal giudicare.
Giudicare è istintivo, non dipende dall'intelligenza, non dipende dalla più o meno apertura mentale, non dipende dall'educazione ricevuta, non dipende da un cazzo di niente se non dal fatto che siamo esseri viventi con facoltà intellettive atte all'osservazione e all'analisi.
Certo, commenti superficiali sulla propria persona non fanno piacere a nessuno ma dall'alto della mia saggezza, per quanto mi riguarda, lasciano assolutamente il tempo che trovano. Nonostante il mio odio verso l'umanità tutta, tendo a non serbare rancore in questi casi perché a mente fresca capisco la naturalità di tale atto...ovviamente ci sono sfumature e variabili che possono rendere la cosa più o meno accettabile, ma francamente mi si abboffano le palle al solo pensiero di trattare tale aspetto, quindi desisto nell'intento.
Insomma, quello che mi chiedo è: chi cazzo si può ergere a maestro di virtù, cari i miei ipocritoni?
Chi cazzo non esprime opinioni  su qualsivoglia situazione, cosa, persona? Anche un'opinione buona è un giudizio e se giudicare fosse sbagliato allora a quanto pare non dovremmo più parlare, ma ancor prima non dovremmo più pensare.
Vi piace crogiolarvi quando qualcuno mostra ammirazione per voi pur non conoscendovi a fondo (precisazione questa inutile a dire il vero)? Sentite il vostro ego gratificato? Bene stronzi, allora fottetevi e accettate anche l'altra faccia della medaglia.
Piuttosto, ciò che è riprovevole è il sentenziare...ma per questo rimando ad un altro giorno, altrimenti tale post diverrebbe inevitabilmente lungo e decisamente più tedioso...e poi dagli anfratti della mia casa odo una gara di scorregge a cui non posso non partecipare.

08 ottobre 2012

Quando la puzza è cronica, qualsiasi profumo sembra frutto di immaginazione.

L'altro giorno, con mio enorme disgusto, mi sono recata all'università.
Tra un conato di vomito e l'altro, pregavo il sant'iddio di non imbattermi nel cacone di turno che invece di parlare come un cristiano poco cristiano, si barcamena nell'uso di paroloni filosofici al fine di dimostrare anche mentre piscia, la sua presunta cultura...Oh sì, me lo immagino con quel suo pisello di imbarazzanti dimensioni  in mano, mentre si dice "la deontologia di questa pisciata è ontologicamente falsificata dalla scorreggia teofanica dell'altro giorno"...quando in realtà il suo apporto nelle conversazioni è paragonabile ad un terzo di quello di Facci nell'ambito del giornalismo. Con tutto il rispetto per Facci.
Così, una volta oltrepassato il portone della mia barcollante università, mi sono diretta spedita, con sguardo sempre a terra e senza mai voltarmi indietro, nell'aula d'esame.
Giunta a destinazione, sganciavo ogni tanto qualche loffa per tenere a bada i più temerari.
Quando ad un certo punto sento una voce femminile:"Il 110 me lo possono mettere solo se faccio un rutto davanti la commissione e mi dicono 'analizzando le proprietà aerostatiche, dobbiamo ammettere che le vibrazioni emesse dal suo esofago sono di inestimabile lode'" o giù di lì. Scoppiando in una fragorosa risata, le do il la per quella che sarebbe stata un'abbastanza profonda conversazione di tre ore interrotta solo dall'impertinenza di un professore.
Estasiata da quello che diceva e dalla perfetta assonanza di idee, pensavo che se non avessi avuto un fidanzato,  se fosse stata un po' più carina e se fosse stata single...insomma, se fossimo state le protagoniste di un film melenso dal retrogusto porno o anche di un film porno dal retrogusto melenso, non avrei avuto dubbi sul da farsi.
Così mi ritiro a casa pensando che il mondo è un posto di merda, ma che anche dalla merda può nascere qualcosa di buono.
Poi  ieri mi sono data un paio di vigorosi schiaffi sulle guance e ho pensato "Hey Qualcuno, quante volte sei rimasto entusiasta di qualcuno che poi si rivelava essere nessuno?" e la risposta credo si possa abbondantemente arguire dalla mia misantropia in costante crescita.
Non è un segreto che le mie palle sono piene quanto quelle di John Holmes al pensiero di quanta gente si sia presentata ai miei occhi per quello che non era. C'è chi lo ha fatto per posa, chi perché credeva profondamente nella sua nobiltà d'animo, ma sempre merda ben impacchettata mi è stata posta davanti.
Per quanto i suoi discorsi mi sembravano puri e coerenti dall'inizio alla fine e non riuscissi a trovare nei suoi gesti  nulla che la tradisse (il tutto decisamente inusuale), non riesco a non pensare che ciò potrebbe essere un'abile costruzione ad opera di dio, un dio che vuole farsi quattro risate col suo ghigno malefico e che quindi l'inculata sia dietro l’angolo...a tal punto che a tratti spero di non rivederla mai più. 

03 giugno 2012

Quando un testo diventa un must

Con orgoglio e pregiudizio, posso affermare che sei anni fa un piccolo Qualcuno stava già fiorendo in me.

“O
ggi mentre leggevo mi sono fermata a riflettere su una parola: " persona"....cosa vuol dire essere una persona? potremmo dire ogni essere umano in quanto tale, senza distinzione di sesso, età e condizione;un individuo considerato per le funzioni ke esercita, per la posizione ke ricopre nella società, soggetto di diritto, il soggetto di un' azione....ma una persona è si tutto questo ma è anke altro....Ogni persona è un universo particolare, con un bagaglio di esperienze da mettere a disposizione degli altri, è un insieme di emozioni e sensazioni ke la rendono unica e ke permettono di fartela ricordare in ogni istante....noi siamo fatti anke di emozioni, le stesse ke ogni persona ci trasmette e ke ci restano attaccate, impresse come un tatuaggio! le stesse emozioni e sensazioni ke t i aiutano a crescere, a cambiare, a migliorare! ed è per questo ke dobbiamo sempre dare il meglio di noi agli altri perchè vivremo in loro in ogni istante per ciò ke abbiamo dato, per le emozioni regalate, x le gioie condivise e, anke ki sembra non aver lasciat nient in realtà ti ha dato l' opportunità di imparare che esiste l'indifferenza e quindi porti con te anke qualcosa di questa persona....essere una persona significa essere una spugna ke da un lato assorbe le emozioni altrui e dall'altro lascia andare le sue, diffondendo goccia dopo goccia il suo ESSERE.......grazie a tutte le persone ke nel bene e nel male , imprimendosi in me, mi hanno aiutata a crescere e migliorare divenendo la persona che sono oggi.”
(Tratto da “Memorie di una Ela”. Maggio 2006)


"Oggi mentre cacavo mi sono fermata a riflettere su una parola: “sterco”…cosa vuol dire essere uno sterco? Potremmo dire ogni escremento in quanto tale, senza distinzione di peso, misura e dimensione; una porzione di rifiuto considerato per la funzione che esercita, per il compito vitale che ogni giorno assolve, soggetto di bisogno, soggetto di una defecazione...ma uno sterco è sì tutto questo ma è anche altro...Ogni sterco è un materiale fecale particolare, con un bagaglio di escrementi da mettere a disposizione degli altri, è un insieme di emozioni e sensazioni che rendono l’atto dello spurgo unico e che permettono di fartelo ricordare in ogni istante...
Noi siamo fatti anche di rifiuti defecati, gli stessi che ogni persona espelle e che ci restano attaccati sotto la suola delle scarpe, impressi come un peto silenzioso! Le stesse emozioni e sensazioni che ti aiutano a spurgare, espettorare, rigettare! Ed è per questo che dobbiamo dare sempre il meglio di noi, perché quei rifiuti liquefatti vivranno in noi in ogni istante per ciò che ci hanno dato, per le emozioni che hanno regalato, per le gioie condivise e, anche quando ti sembra di non aver lasciato niente in realtà c’è tutta una cella fognaria da cui imparare...essere uno sterco significa essere una SPUGNA...da un lato assorbe il materiale liquido e dall’altro lascia andare quello solido diffondendo, pezzetto dopo pezzetto, il suo ESSERE...grazie a tutti gli escrementi emessi che nel bene e nel male, imprimendosi in me, mi hanno aiutata a spurgare ed espettorare gli escrementi di oggi."
(Rielaborazione del testo a cura di Qualcuno. Maggio 2006)

18 gennaio 2012

Recensioni

Ci sono persone che quando sono afflitte da malinconia svuotano credenze, barattoli di nutella o anche tubetti di vaselina nella speranza di affogare i propri dispiaceri nel sesso. Io invece mi cibo di merda catodica…con un barattolo di nutella in mano e un tubetto di vaselina sul comodino.
Accendo il televisore e guardo tutto ciò che nelle giornate normali mi fa pisciare sangue dal culo. Quindi mi basta accendere il televisore.
Oh certo, quella troiona della D’Urso non riuscirei a guardarla neanche se mi sottoponessero al trattamento Ludovico. Mi strapperei gli occhi dalle orbite e venderei i bulbi su internet a qualche cannibale feticista, semmai.
Certo che non posso scrivere io l’annuncio, COGLIONI!
Ci penserebbe il mio psichiatra.
Anyway, l’altro giorno ho ripescato il telecomando dal culo di mio fratello e ho iniziato a fare zapping tra i vari canali con vitale passività.
Il mio inconscio con il suo sistema paura/colpa, mi ha fatto trovare improvvisamente dinanzi quella porcata immane di “Donnavventura”, dove un numero a me ignoto di mignottone rivestono il ruolo di avventuriere di ‘sto cazzo: quello del produttore.
Dopo un corso di addestramento nel quale gli fanno succhiare peni a destra e a manca, sono pronte per viaggiare in sella al “loro” fuoristrada.
Vestite come delle classiche chiappestrette, sfilano tra villaggi poveri e sventurati ostentando il loro benessere alla faccia di quegli sporchi pezzenti e cibando bambini malnutriti come fossero cagnolini. Il che basta a farle sentire delle altruiste missionarie.
Soggiornano in hotel a spese del programma e mangiano come porche bulimiche.
Si improvvisano, a seconda delle circostanze, zoologhe, biologhe e tutto ciò che finisce in “ologhe”, impartendo lezioni di zoologia, biologia e tutto ciò che finisce in “ologia”…usando come propria enciclopedia di riferimento “La famiglia Millemiglia”. Rischiano la vita in splendide acque, tra delfini e pesciolini colorati, e in mezzo a campi verdi incontaminati.
Al termine della spedizione tornano fiere a succhiare cazzi nazionali, con alle spalle un bagaglio culturale che non farebbe invidia nemmeno a Flavia Vento e un carico di esperienze che se Sponky fosse ancora in vita, gli cacherebbe in mano con veemenza.


Ecco, una volta risanata la mia autostima, posso spegnere il televisore e tornare alla mia vita normale.

01 gennaio 2012

Sul perché "la speranza la lascerei agli stronzi"

Ooooh, finalmente è iniziato un nuovo anno tripponi pachidermici.
Avete già scritto con l’animo pervaso di convenzionale ottimismo, quali sono i vostri buoni propositi per il 2012?
…E cosa cazzo aspettate checche?
Affrettatevi ad esternare tutti i vostri sogni, le vostre speranze…accovacciati in quell’avvolgente copertina di pile mentre tenete in mano una buona tazza di cioccolato caldo fumante, ché voglio farmi una bella panza di risate. Voglio vederla uscire strabordante dai miei jeans e vincere la resistenza di quell’unico bottone che dà un po’ di compattezza al mio ventre mai troppo piatto.

Scusate, è che nonostante io provi enorme vergogna per la mia persona nel dire che solo poco meno di tre anni fa ho preso consapevolezza che le aspettative sono fatte per essere distrutte, quando penso a dei leccapisciazza idealisti come voi la mia autostima balza subito alle stelle.
Sapete, per circa ventuno anni ho fatto mia l’idea che la speranza fosse l’ultima a morire, a tal punto da incentrare su di essa parte delle mie giornate e vivendo perciò una vita parallela a quella reale.
Quando desideravo qualcosa dall’ardua conquista, la mia immaginazione me ne offriva un surrogato.
Fantasticavo su un futuro appagante e felice dove avevo ottenuto con sforzo ciò che bramavo.
Una volta terminato il miraggio tornavo alla mia vita normale, rimandando a tempi da definire l’impegno e la fatica che avrei dovuto impiegare per la realizzazione dei diversi scopi che avrei voluto raggiungere.
Fino a che non ho capito che la speranza (se non nei limiti) è per chi ama il sesso passivo a sorpresa.
A quei tempi ero io stessa che senza rendermene conto, sognando troppo e agendo zero, mi prostravo giuliva e fiduciosa a 90° in attesa che un cazzone alla Safarov mi penetrasse il culo con violenza.
Così ora mi ritrovo ad impiegare il triplo delle forze per realizzare quei sogni ancora non concretizzati.
Questo mi ha portato nel corso degli ultimi anni a scacciare qualsiasi pensiero troppo visionario, presa dal terrore di ingannarmi nuovamente e restare bloccata nella pura immaginazione, per poi vedere il mio ano un'altra volta violentato.
La parte sana del mio cervello arresta con solerzia qualsiasi flusso di pensiero non contenga il concetto di prassi, permettendomi di sperare quanto basta e nei giusti modi.

Insomma coglioni, la morale della storia è che se credete ci sia un complotto cosmico contro di voi tale da impossibilitare il soddisfacimento dei vostri desideri, cambiate rotta di pensiero perché mi gioco le palle turgide del mio fidanzato che siete voi stessi a remare con un braccio in avanti e con l’altro indietro e a non metterci la dovuta fatica.
Ora con permesso, mi è venuta voglia di giocare a “trova le dieci differenze” con i vostri post natalizi.